Italia, Pavia 2012
Progetto: Luciano Giorgi in collaborazione con Liliana Bonforte
Una casa sulle colline pavesi è stata ricomposta, lavorando con il landscape e con la luce.
Adagiata tra la pieve ed il Castello, la casa ha il colore della terra umida, un’operazione di camouflage all’interno del paesaggio collinare astratto, rigato dalle coltivazioni a vite.
Nascosta, seppur in piena vista, nel letto della valle.
Il lungo iter progettuale, è dipeso sia dalla compresenza dei proprietari, che vivevano il luogo contemporaneamente ai lavori e con cui è stato condiviso ogni passo, sia dalla volontà di collaborare con le capaci maestranze del luogo, concedendosi tempi più lunghi ma ottenendo una serie di lavorazioni ‘ad hoc’, riuscendo a sedimentare la casa in quel paesaggio prevalente, dove l’architettura stessa diventa landscape.
Il progetto si è infatti sovrapposto nel tempo alla mia stessa crescita professionale; un primo sviluppo dell’architettonico e del disegno di landscape, svolto a Pavia e coadiuvato da Liliana Bonforte, ha poi gettato le basi per una seconda e ultima fase, condotta insieme con il nuovo studio, a Milano, insieme ai miei collaboratori.
Fin dall’inizio del progetto, l’idea è stata quella di ricomporre gli spazi della casa preesistente, ridistribuendo le funzioni sotto due grandi tetti a doppia falda, che descrivono rispettivamente la zona giorno e la zona notte.
Nella prima area, su cui si é concentrato il progetto, si compone una collezione di frammenti di paesaggio, che dall’esterno sfilano verso l’interno della casa attraverso le grandi aperture.
Questa collezione di viste sul fuori ha motivato un eclettico e complesso abaco di finestre, una variazione sul tema serramento con volumi trasparenti che rientrano rispetto al perimetro a mo’ di bovindo, feritoie, finestre impaginate esternamente che negano il telaio omaggio a Sigurd Lewerentz, questa ricerca ha portato il progetto a soffermarsi, con una certa quiete, sugli elementi del contesto.
Avvicinandosi alla casa, lungo il camminamento esterno, disegnato come un cannocchiale che punta al vicino Castello, si accede alla casa attraverso il portico, passando oltre una pesante porta in ferro; da qui si entra in un ambiente luminoso, un grande spazio ibrido, in parte veranda e in parte stanza, sospeso tra un pavimento e un soffitto in legno cromaticamente identici.
Un lungo divano, spalle all’ingresso, guarda al camino, sorretto da un grande basamento di ferro.
Un volume display metallico semi-trasparente filtra la presenza di un secondo spazio fluido pranzo-cucina con finestre a trecentosessanta gradi, oltre il tavolo un’apertura orizzontale fissa la silhouette collinare filtrata dalla pergola esterna.
Dietro il camino si cela uno spazio più contenuto con divani e tv, affacciato sul paesaggio tramite una grande finestra strombata.
All’estremità del grande living comincia la scala che porta alla zona notte e che dialoga mediante una serie di bucature con lo stesso.
La zona notte ospita la master-bedroom al piano inferiore, posta in trincea rispetto alla valle.
La matrice del progetto è il rapporto in/out, questo ha maturato sia la cura nel trattare gli esterni, con i camminamenti, le pergole e il portico, sia l’attento disegno delle aperture, modellando l’interno in relazione al fuori tenendo le profonde prospettive come guida.
Le lunghe distanze e l’orografia hanno concesso di lavorare in libertà, creando una condizione, a dispetto di tutto, riservata, senza il timore di aprirsi verso il paesaggio.
Elemento tipologico di riferimento, il tetto a falda tipico del rustico contemporaneo.
I materiali dell’interno, ferro naturale e legno oltre all’intonaco color gesso, si mischiano all’esterno con i mattoni riciclati del luogo.
Sotto il lembo esterno del tetto a falde, che delimita il portico, una grande bucatura quadrata è una finestra fuori scala, che inquadra la campagna e diventa legnaia, quando viene la stagione.
A pochi passi dalla casa, racchiusa tra un filare di cipressi ed una quercia, la presenza dell’acqua.