Italia, Capri 2014

Progetto: Luciano Giorgi

Foto: Tommaso Sartori

Allontanandosi dalla Piazzetta di Capri incastrata in un labirinto di fitto costruito, dirigendosi verso il Monte Tuoro si raggiunge una strada, alta rispetto a Punta Tragara, più riparata e ritagliata tra muri di cinta e giardini che conduce ad un Belvedere affacciato sui Faraglioni.

Da questa strada, attraverso ripide rampe che a più riprese si inerpicano sul fianco del monte si accede al grande giardino terrazzato che definisce la proprietà, ritagliato su un declivio e affacciato sul Tirreno, sulla Marina Piccola e sui giardini di Augusto.

Il progetto ridisegna una porzione di un’enorme villa anni ‘30 chiamata “La Grande Tuoro”, i cui esterni e giardini sono stati mantenuti, e che è parte di un complesso di quattro ville denominate “Ville Poesia” costruite per l’appunto nella prima metà del ‘900.
Dalla pineta giardino della grande casa, si accede al corpo di fabbrica dell’edificio.

In antitesi con l’immagine ormai condivisa della Capri delle maioliche colorate, tipica degli anni ‘50, il disegno della casa cede istintivamente ad una suggestione altra. Lo scenario è quello delle pietre, delle texture e dei marmi pregiati della celebre Villa San Michele costruita a fine ‘800 da Axel Munthe, medico personale della regina Victoria di Svezia.

La volontà di restituire quella Capri venata di marmo, trasposta in un linguaggio iper-contemporaneo, ha portato ad uno spazio in scala di grigi definito da un gioco materico a tratti suprematista ammorbidita d¬alle linee curve delle alte volte a padiglione. Il forte carattere della preesistenza mi ha concesso un ossessivo disegno sia dell’involucro sia dell’arredo contenuto all’interno.

La scelta di alternare il bianco e il nero, che in realtà non sono mai puramente bianco né puramente nero ma sempre trasposti in materiali esclusivamente italiani come il bianco Carrara e la Pietra Lavica, allude alla necessità di creare spazi desaturati in contrasto con i colori sgargianti della natura Caprese.

L’ingresso è un limbo chiaro con un fresco Carrara a pavimento su pareti color gesso, da qui la prospettiva punta verso la suite sul lato opposto dove lentamente la casa vira sui toni scuri della pietra lavica che contaminano le pareti e le alte volte; a sinistra dell’ingresso i grandi scorrevoli di legno tinto scuro con dettagli in ottone celano una piccola alcova vagamente nordica affacciata sul fianco roccioso della montagna. Da destra due feritoie poste ai lati della schiena del grande camino filtrano già una luce vibrante che giunge dal mare.

Guidati dalla luce, e dalla pietra lavica a pavimento che a contrasto puntualmente emerge dal bianco Carrara, si giunge nel living posto ad un livello leggermente più basso. Dal pavimento, sempre in Bianco Carrara, si alza un accrossage di volumi che partendo dal camino si articola lungo la parete disegnando un gradone su cui poggiano grandi cuscini rivestiti in tessuti preziosi sui toni del grigio azzurro polvere.

Di fronte, il lungo tavolo in betulla tinta scura con dettagli in ottone al centro di due panche sospese su larghi cilindri anch’esse scure crea il primo shock cromatico; oltre il tavolo, come per il corridoio, il chiaro vira allo scuro e la cucina è la grande campitura completamente nera che conclude la transizione cromatica posta all’interno di una nicchia ad arco, qui le linee che disegnano i piani e le colonne si perdono completamente assorbite dai toni pece.

Nel mezzo della transizione tra chiaro e scuro, l’ombra di un arco immaginario, definita dalla pietra lavica spunta da sotto il tavolo fino ad essere proiettata sulla parete creando un’illusione vagamente metafisica.

Il pavimento di tutta la casa, su cui poggiano pezzi di design contemporaneo prevalentemente neri (ma non solo), è di un unico formato ma declinato con le due pietre, il Bianco Carrara nel living e in ingresso lentamente sfuma mischiandosi con episodiche intrusioni di pietra Lavica lungo il corridoio, in cucina così come nei bagni e nella camera degli ospiti. I due bagni, uno di servizio ed uno ad uso esclusivo della suite, sono rispettivamente uno tutto in Bianco Carrara e ottone e l’altro completamente scuro.
Il motivo dell’arco, ispirato dalle alte volte preesistenti e dalla terrazza, riecheggia in ogni spazio e rimanda ad uno scenario da primo Novecento, periodo di costruzione della casa.

Riuscendo sui giardini pensili, da una delle camere o direttamente dal living, o passando attraverso l’ampio portico d’ingresso, ci si ritrova tra i fusti dei pini marittimi piegati a mare che si alzano da un pavimento in opus incertum fugato rosa. La posizione alta sul mare e il vento caldo dell’isola, insieme alla forma allungata dei terrazzamenti cinti da muri in pietra che diventano sedute, rievocano immediatamente il ponte di una grande nave d’inizio secolo, risospinta nel mezzo del Mediterraneo. Ecco la quiete che caratterizza questo versante dell’isola, quasi un omaggio alla Capri bucolica di Mario Martone ritratta in Capri-Revolution, miraggio durante periodi estivi quando il resto dell’isola, visibile oltre le chiome, è presa d’assalto dai turisti.