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Inghilterra, Londra 2015
Progetto: Luciano Giorgi
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A un primo sguardo la casa appare classica, poi ci si accorge che dietro c’è un segno eclettico.
Ho interpretato lo stile inglese a modo mio.
L’appartamento di Onslow Square, nel quartiere londinese di South Kensington, è a due passi dal Victoria and Albert Museum. Attenzione però: God Save the Queen, nel Paese della Regina è ancora in vigore una legge feudale.
La vendita dell’immobile dura ‘solo’ 105 anni, è una sorta di affitto centenario poi tutto torna al Landlord, ovvero il Lord of the Manor, signore della terra, che di solito è un aristocratico. Il nobile mantiene la proprietà sui terreni dove sorge l’edificio, in questo caso uno stabile vittoriano: si tratta di una sorta di leasing ante litteram.
Il Landlord di Onslow Square ha supervisionato i lavori con attenzione, nel nome della continuità architettonica: «Questi palazzi supervincolati, i leasehold, sono complicati da gestire. Impongono estetiche tradizionali e complicano l’iter progettuale.
Che deve rispettare certi canoni: io ho fatto un esercizio di stile, documentandomi in maniera filologica sugli interior britannici più iconici. I miei riferimenti: dimore storiche come la Spencer House e la John Soane House, ma anche i pattern optical del decoratore David Hycks che ispirano le geometrie dei mosaici di marmo», racconta l’architetto Luciano Giorgi, autore del progetto.
Il suo british style in chiave italiana reinterpreta i motivi classici inglesi, dagli stucchi ai wallpaper, e li trasforma in un mix cosmopolita in linea con la vocazione internazionale della proprietaria. Al primo sguardo sembra una casa classica, ma i dettagli svelano il segno eclettico di Giorgi, che si confronta con la tradizione.
«Come nelle vecchie scuole di beaux arts, ho studiato e ristudiato sezioni di cornici in gesso e legno, disegni di modanature, motivi di carte, sete e tessuti per l’arredamento».
Una cura che si coglie nei bagliori dorati dei parati moiré o nel bagno ultragrafico, ma anche nel bianco assoluto della cucina, simile a una passerella di Maison Martin Margiela.
Il calibrato gioco di pattern spazia dall’optical dei bagni alle losanghe in camera da letto, fino alle vibrazioni dorate dei parati moiré. L’impressione è di un luogo che interpreta appieno questo tempo.
L’effetto è ultramoderno.
Persino la boiserie su disegno mimetizza porte a scomparsa che giocano con l’illusione ottica. Naturalmente l’arte è protagonista della scena: «In un progetto durato tre anni, le opere le ho scelte con la proprietaria in soli tre giorni. Il suo sguardo è veloce e personale, compra d’impulso e senza ripensamenti.
L’insieme dà agli ambienti una impronta forte. Risolutiva».
Aprono la carrellata d’autore le foto di David Tremlett, all’ingresso. Domina la sala da pranzo una gigantografia di Thomas Ruff e nel living la serie fotografica The encounter di Adrian Paci incornicia il camino.
Animano la cucina gli acquerelli di Pablo Bronstein, nelle camere sono protagoniste le opere fotografiche di Carlos Garaicoa e Paulo Nazareth: «Una selezione dove prevale il contenuto, più che l’aspetto».
Non è da meno il design, con i classici di Albini, Ponti, Mouille e i nuovi progetti di Citterio e Bouroullec. Mister Landlord permettendo, l’architetto Giorgi ha disegnato un po’ tutto, mobili compresi. Ogni particolare è ragionato, customizzato. Un reloaded che parla dell’oggi e ammicca al passato.
E se la cucina in acciaio inox è minimal, gli armadi sono a sorpresa, tra soluzioni camouflage e modelli retroilluminati che di sera si accendono come una lampada. Un cenno poetico che omaggia Alice nel Paese delle Meraviglie e non è un caso, perché proprio nel palazzo 800 progettato dal baronetto sir Charles James Freake ha vissuto il suo autore, lo scrittore Lewis Carroll.
Ma oltre i fasti vittoriani, il 53 di Onslow Square rappresenta, in piena Brexit, un felice e riuscito dialogo tra britishness e italianità.
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