Italia, Milano, 2020
Progetto: Luciano Giorgi
I clienti hanno gettato all’architetto il guanto di sfida chiedendo un intervento dai toni Pop, all’interno di un contesto assolutamente borghese, 250 mq nel cuore di Milano. La casa si affaccia su piazza Argentina, all’interno di un palazzo inizio anni ’30.Il risultato è un progetto dalle ispirazioni “disco”, ma non solo.
L’ingresso è uno spazio in penombra avvolto nel verde di Caccia Dominioni, su un pavimento in Silipol di Mariotti Fulget, lo stesso materiale utilizzato da Franco Albini nei rivestimenti della vicina Metropolitana 2. Sullo sfondo un orizzonte Rosso Magistretti è la cucina.
Lo shock cromatico dell’ingresso si combina con gli astratti riflessi volanti sulle superfici metalliche, che non rimbalzano mai un immagine chiara, le figure che ritornano senza contorni, sottoforma di macchie in movimento, sono un tema che riecheggia in tutta la casa.
Oltrepassati gli alti portali si accede alla profonda e luminosa navata del soggiorno-pranzo con un taglio vagamente loft; questo spazio, che contrasta con la penombra dell’ingresso, è giocato sui toni del grigio insieme con alcuni elementi chiaramente ispirati agli anni ’30 come il parquet a spina di pesce di piccolo formato e le cornici bombate sulle finestre.
Per tutta la lunghezza del living una matassa di neon dalle forme organiche rimbalza sul soffitto cadendo sopra al tavolo da pranzo come un grande chandelier, citando l’opera di Lucio Fontana del 1951 realizzata per lo scalone della IX Triennale di Milano ora esposta al Museo del Novecento.
Al disegno degli arredi custom sempre in metallo, in alternativa nel rosso Magistretti e nel verde Caccia, si accosta tutto il resto, ovvero una serie di arredi appartenenti all’orizzonte del moderno di Arne Jacobsen, Martin Eisler, Achille e Pier Giacomo Castiglioni, Angelo Mangiarotti, Gio Ponti.
In cucina, interamente tinta rosso Magistretti dove il filo di neon prosegue a soffitto come tirato da un ago, mobili di contenimento a parete sono in vetro cannettato e astraggono l’immagine dei contenuti, al centro un’isola di servizio interamente in acciaio.
Il mobile bar, posto in nicchia tra living e cucina, rievoca quasi un Pistoletto nell’utilizzo delle fasce di specchio e di zinco.
A chiudere la prospettiva lunga del living, un volume di acciaio cela il caveau, un grande guardaroba interamente rivestito in lamiera zincata interno-esterno posto al centro dell’appartamento. Questo volume puro delimita la zona giorno e costituisce il grande scrigno della collezione di casa.
“La volontà di fare della funzione contenimento-abiti un manifesto convive con la sua funzione distributiva, la presenza del volume è infatti imprescindibile dallo sviluppo della casa e ne disegna gli ambienti disponendoli lungo il suo perimetro.”
Camminando ai suoi lati, mentre le pareti perimetrali virano colore sfumando dal grigio chiaro del living fino ad un grigio più carico e scuro, si accede infatti alla suite.
Di fronte al letto, che poggia la sua testata sul caveau, oltre ad un ampia vetrata, il bagno è un collage di materiali, il marmo nero venato tributo al periodo del palazzo, si incastra con diverse colorazioni di Silipol, verde rosso e giallo.